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Luxury Bike Hotels: il cicloturismo conquista le 5 stelle

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“Tutto è iniziato da un’analisi di mercato, nel settore in cui già lavoravo dal 2013, quello del cicloturismo. C’erano tante piccole directory di bike hotel da una parte, mentre, dall’altra, tour operator, soprattutto stranieri, che vendevano il ‘cicloturismo’ in Italia a prezzo alto. L’illuminazione è stata quella di considerare che c’era un turismo fuori stagione e altospendente da mettere in contatto diretto con strutture adatte a quel profilo di utenza. Nasce così Luxury Bike Hotels”. Ludovica Casellati racconta così la sua creatura: Lbh, ovvero Luxury Bike Hotels, il portale da lei fondato nel 2017 e perfezionato con un nuovo brand identity nel 2019, a dispetto di tutte le difficoltà crollate addosso al comparto a causa della pandemia. Lbh integra nella sua vetrina gli alberghi di maggior lusso del nostro territorio che però, in più, presentano a un visitatore molto speciale un valore aggiunto: ovvero il top dei servizi per il cicloturismo, settore che sta producendo numeri stellari in Italia e in tutta Europa, malgrado il drammatico evento del Covid 19.

La pandemia ha spostato ancor di più l’attenzione sulla salute favorendo le vacanze outdoor e l’esplosione dell’ebike ha allargato a dismisura il target: se prima i cicloturisti erano una nicchia, oggi spostano fatturati sempre più interessanti. Chi pensava che il cicloturista fosse quello che andava in giro per l’Europa con due paia di pantaloncini e tre T shirt si è dovuto ricredere, ristimando totalmente il settore che in Europa fattura 50 miliardi e in Italia ancora 6. Una recente ricerca condotta da Google fa emergere come sia cresciuta in maniera esponenziale la ricerca di parole come ciclabile e cicloturismo nelle ricerche di vacanze.

“Ero direttore di Viaggi in bici, la rivista online dedicata al cicloturismo – racconta Ludovica Casellati -. Sono partita da lì e ho fatto un percorso che mi ha portato dritta alla meta, è proprio il caso di dire. Sono arrivata a comprendere che questa branca del turismo che sembrava solo una nicchia, in realtà stava ampliandosi in modo esponenziale e a livelli molto alti. Così è nata l’idea. Da anni mi occupo di questo settore oltre a praticare in prima persona questa attività. Cosa che mi ha reso ancora più sensibile all’individuazione di accomodation specifiche e speciali per il cicloturista di oggi, che è estremamente esigente, affronta percorsi anche duri, ma, allo stesso tempo, desidera fruire di una vacanza a 5 stelle con tutti i comfort mirati alle sue precise esigenze”. 

Quali sono i tre principi fondamentali di Lbh?

Mettere direttamente i clienti in contatto con le strutture per una permanenza più lunga; potenziare l’azione di destagionalizzazione, dal momento che il cicloturismo si pratica ancor più intensamente nelle stagioni meno calde; costruire offerte per intercettare un pubblico alto spendente.

Quali sono i criteri con cui selezionate gli hotel di lusso per il vostro circuito?

Partiamo da hotel a 4/5 stelle, o ville di charme, o alberghi e dimore storiche. I requisiti di base sono valutati da noi con un rating calcolato in ‘ruote’: andiamo da un minimo di 3 a un massimo di 5. È chiaro che i criteri sono direttamente riconducibili alle caratteristiche richieste dai ciclisti e ai servizi che vengono offerti: più ve ne sono, e di qualità, più alto sarà il rating di valutazione.

Quindi non basta essere semplicemente un hotel luxury…

Non proprio. Noi spieghiamo sempre ai responsabili delle strutture che non ci si può improvvisare per questo circuito, ma si devono avere requisiti specifici. Per questo facciamo anche formazione, quella cosiddetta “basic”, che sia, cioè, in grado di fornire in breve tempo agli interessati gli strumenti idonei per far parte degli hotel selezionati. La cosa rassicurante è che non c’è bisogno di fare grossi investimenti per diventare “bike hotel”. L’importante è sapere a che cosa si va incontro e che cosa fare per offrire i fondamentali. Ci sono mille esigenze infatti per un cicloturista. È necessaria la bike room, dove vi possa essere uno spazio custodito accessibile a chi ha la propria bici, con un minimo di officina a disposizione. È essenziale che ci si possa avvalere di un service esterno di noleggio e guide. Anche in merito all’alimentazione le richieste del cicloturista sono molto peculiari, nondimeno è richiesta flessibilità in generale, per esempio sugli orari che, nel caso di questi clienti, non sono esattamente negli standard. Importantissimo sarà che la struttura sia già rodata in termini di rapporti con il territorio, in modo da consentire al cicloturista la possibilità di scegliere “a margherita” itinerari studiati e ben definiti, che integrino la natura e i luoghi di maggior interesse della zona per chi si muove pedalando. Le società che organizzano i tour sui territori avranno tutto l’interesse a collaborare con le strutture che, a loro volta, possono cooperare con risorse già operative sul posto. In questo modo va a delinearsi tra l’altro un circuito virtuoso che fa bene a tutto il sistema”.

Quando lei parte, che ciclista è?

Io prediligo la e-bike. E mi creda, non sono sola! Si tratta di una fetta di mercato che pesa moltissimo, da non sottovalutare. Perché il cicloturismo è per tutti: a viaggiare ed a cercare strutture ad hoc sono i ciclisti sportivi e anche gli amatoriali. Spesso si muovono con tutta la famiglia, o magari solo in coppia. Ma di qualsiasi natura sia la loro passione per la bici, con l’e-bike si può condividere tutto, anche i percorsi più aspri. Si tratta di un mezzo che consente il massimo della fruizione del territorio. Pur pedalando, non sei oppresso dalla fatica e riesci a godere al massimo di ogni minimo passaggio e di ogni elemento che costituisce la scenografia del tuo viaggio. Si possono fare cose meravigliose pedalando in mezzo alla bellezza e, nel frattempo, facendo diventare il cicloturismo un autentico modello di business.