Affitti brevi: nuove regole a New York, AirBnB perde il ricorso. La posizione di Federalberghi
La causa di AirBnB per bloccare la legge di New York sugli affitti a breve termine è stata respinta. Un giudice di un tribunale statale di Manhattan ha, infatti, respinto il ricorso intentato dalla piattaforma contro la legislazione che definisce le restrizioni sulle locazioni inferiori ai 30 giorni, affermando che “è intrinsecamente razionale che la città adotti misure drastiche per combattere la proliferazione di offerte illegali e l’aumento del prezzo degli affitti convenzionali”.
L’entrata in vigore della nuova normativa è il 5 settembre, con gli affitti brevi consentiti soltanto se l’host risiede nell’alloggio e non ha più di due ospiti, e richiedendo loro di ottenere licenze e pagare una tassa di registrazione, o limitando gli affitti nei quartieri degli affari.
Lo stesso giudice ha, inoltre, fatto presente che la città di New York ha ricevuto quasi 12mila reclami sugli affitti a breve termine tra il 2017 e il 2021 e che, secondo quanto riportato da Reuters, avrebbe dovuto rimuovere molti annunci, ma senza poi offrire alcuna prova di aver interrotto o modificato le prenotazioni per i soggiorni dopo che la legge fosse entrata in vigore.
Federalberghi e Federalberghi Extra chiedono di mettere fine alla giungla degli affitti brevi anche in Italia, Paese in cui, nel mese di agosto 2023, Airbnb ha pubblicato circa 500mila annunci. “Lo chiediamo nell’interesse di tutti gli operatori – scrive la federazione -, perché l’evasione fiscale e la concorrenza sleale perpetrate dai furbetti dell’appartamentino danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza.
In attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato, che dovrà dare esecuzione alla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea in base alla quale i portali di prenotazione devono riscuotere e versare allo Stato la cedolare secca del 21% sugli affitti brevi, un segnale positivo è costituito dalla notizia secondo cui l’Agenzia delle Entrate ha chiesto a Airbnb di sanare 500 milioni di euro di tasse non versate”.