Bilancia turistica Bankitalia: il ritorno degli stranieri fa crescere il saldo
Secondo l’indagine condotta dalla Banca d’Italia sul turismo internazionale, nel 2022 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è più che raddoppiata rispetto all’anno precedente, riportandosi in prossimità dei livelli antecedenti la pandemia. In termini reali, tuttavia, risulta ancora inferiore di circa il 10%.
In un contesto di ripresa del turismo internazionale a livello globale, ad eccezione dei Paesi asiatici, in cui le restrizioni ai movimenti si sono protratte per larga parte del 2022, la quota di mercato dell’Italia è cresciuta dal 3,9 al 4,5%. Alla crescita delle entrate turistiche dell’Italia hanno contribuito, in pari misura, la spesa dei viaggiatori provenienti dalla Ue e quella dei viaggiatori extra-Ue; per questi ultimi ha pesato soprattutto l’incremento delle entrate dagli Stati Uniti e, in misura minore, dal Regno Unito.
La spesa per viaggi di vacanza è stata trainata soprattutto da quelli culturali e dalle visite alle città d’arte, che erano stati maggiormente penalizzati durante la pandemia. Anche la spesa connessa con i viaggi per motivi di lavoro è aumentata.
Nel 2022 la spesa complessiva dei viaggiatori stranieri in Italia è aumentata del 108% ed è ritornata al livello del 2019 (44,3 miliardi; 9% inferiore in termini reali). Rispetto ad allora – come sottolinea lo studio Bankitalia – la spesa media per notte è stata più elevata, mentre resta inferiore il numero dei pernottamenti, con la riduzione del numero di viaggiatori, in parte compensata dall’aumento della durata media del viaggio.
Circa la metà della crescita delle entrate turistiche nel 2022 è attribuibile ai viaggiatori provenienti dall’Unione europea, soprattutto tedeschi, mentre tra i mercati extra-Ue le entrate hanno beneficiato soprattutto del ritorno dei turisti provenienti dal Nord America settentrionale, anche se la loro spesa rimane circa il 20% al di sotto di quella del 2019, e di quelli provenienti dal Regno Unito. La spesa dei viaggiatori russi si è dimezzata e ha rappresentato lo 0,2% sulle entrate turistiche dell’Italia.
Le entrate legate ai viaggi leisure – prosegue l’indagine -, che pesano per il 60% su quelle complessive, sono ammontate a 26,6 miliardi, trainate dall’aumento delle visite alle città d’arte (275% rispetto al 2021). Le spese per viaggi d’affari hanno superato il valore antecedente lo scoppio della pandemia; avevano registrato, già nel 2021 un recupero, anche con il contributo dei visitatori dall’estero che si erano stabiliti temporaneamente in Italia per svolgere da remoto la prestazione lavorativa.
Si è ampliata notevolmente la quota di pernottamenti in albergo, o in villaggio turistico, a scapito soprattutto di quelli effettuati a casa di parenti o amici. La quota dei pernottamenti alberghieri resta, però, di circa 8 punti percentuali al di sotto della media storica.
“La spesa turistica – ha commentato il ministro del Turismo, Daniela Santanchè -, risultata a maggio in surplus di 2,3 miliardi di euro, è in aumento sia sul 2022 che sul 2019. Un dato significativo, che evidenzia quanto il settore sia importante per l’economia nazionale”.