Una strategia G-Local del turismo Made in Italy

H.Brufani  0102

L’accoglienza è il principale fattore strategico delle imprese turistiche italiane: in una visione tanto globale, quanto locale (G-Local) è essenziale la valorizzazione delle tradizioni, tanto dell’ospitante quanto dell’ospite. L’apertura alla conoscenza delle tradizioni altrui (ad esempio, ebraiche, musulmane, buddiste, indu etc.) è un fattore nella strategia di accoglienza, che si coniuga nel focalizzarsi su alcuni aspetti, in seno a una più ampia strategia economica nazionale: infatti, l’incoming straniero (e la sua soddisfazione, nel lungo periodo) contribuisce a garantire quei flussi finanziari costanti, necessari per stabilizzare e incrementare il Pil, riaffermando sempre più l’importanza delle nostre imprese turistiche.   

I clienti (al di là delle loro religioni e background culturale) trovano il proprio comfort quando percepiscono – in modo naturale – quegli aspetti culturali a loro familiari, che rendono gradevole la percezione della permanenza. Proprio la percezione positiva influenza le tanto temute recensioni: è interessante notare che alcune ricerche – condotte negli anni passati – evidenziassero come l’84% degli acquirenti si fida delle recensioni online come se si trattasse di raccomandazioni “personali” (quindi molto attendibili). 

La nuova capacità di ottenere una percezione positiva, per intervenire positivamente sul passaparola e sulla fidelizzazione del cliente, incrementando il tasso di ritorno dei clienti, è un obiettivo da raggiungere, e per tali ragioni è opportuno soffermarsi sul valore aggiunto della valorizzazione delle tradizioni dell’ospite e dell’ospitante.  Infatti, l’analisi e l’elaborazione dei dati del trend dei Paesi con maggior crescita economica (e di maggiore capacità di spesa dei propri cittadini) comparata con i fattori culturali predominanti (religioni, tradizioni, abitudini alimentari etc.), ci mostra come i “nuovi maggiori spender” potenziali interessati “turisticamente” abbiano caratteristiche specifiche.

Tale dinamica è riscontrabile in alcuni dati: in una ricerca del 2016, i turisti provenienti dalle “Oil Countries” (Emirati, Kuwait, Qatar, Arabia Saudita etc.), vengono definiti “top spenders”, e secondo altre fonti (2022), questi a Milano effettuano acquisti con uno scontrino medio di 2.400-3.500 euro. Ed ancora, tra i principali Paesi emergenti economicamente, la Malaysia (dove convivono tradizioni legate alla religione islamica, cristiana e indù) ha registrato nel II quadrimestre 2022 una crescita pari al +8.9% (rispetto al precedente che era del +5.0%9, e che secondo la Banca Mondiale è una delle economie più aperte al mondo con un rapporto commercio/Pil in media superiore al 130% dal 2010. 

Per poter essere pronti ad accogliere questi nuovi “ospiti”, rendendo gradevole il loro soggiorno (sia in ambito ricettivo, che ristorativo) è richiesta una strategia ed una offerta “cross cultural friendly” (a basso investimento, e con un grande ritorno economico), focalizzata su alcuni aspetti valoriali, che da un lato riaffermano le nostre tradizioni storiche; e contestualmente – cifra di una ospitalità evoluta – offrono anche una gradita alternativa, che possa essere percepita positivamente in ragione delle tradizioni dell’ospite, per aumentare la “zona di comfort” del turista.

(Manlio d’Agostino Panebianco)