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Il design si fa spazio: i nuovi concept per gli alberghi

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Tecnologiche, essenziali, sostenibili. Ma allo stesso tempo confortevoli, aperte a usi diversi e non convenzionali, in una parola ibride. Le camere sono il cuore pulsante di una struttura ricettiva. Sono il motivo per cui si privilegia un hotel in luogo di un altro. Sono lo spazio d’elezione dove il viaggiatore riposa, cura il corpo e lo spirito, lavora, mangia, si allena. Guai, quindi, ad adottare un design anonimo e non definito. L’imperativo, semmai, è offrire ai propri ospiti un’esperienza fuori dal comune, accoglierli in un ambiente unico e sofisticato, che vive in sinergia con le atmosfere del luogo.

Ma come rispondere a questi bisogni? E come sta cambiando l’approccio alla progettazione alberghiera? Ovviamente non esiste una risposta univoca. Come tutte le attività sartoriali, ogni architetto dà, a ogni progetto, un’impronta personale e per alcuni aspetti inedita.

Una cosa è certa: dopo la pandemia nulla è più come prima. Mai come oggi il tempo viaggia veloce. E mai come oggi tutti i player del settore si confrontano con modelli di accoglienza profondamente diversi rispetto al passato più recente. Vediamone alcuni.

Un cambio di passo repentino e veloce lo riconoscono tutti i protagonisti del design alberghiero. A cominciare da Simone Micheli, convinto che l’evoluzione che negli ultimi anni ha travolto il settore dell’accoglienza sia stata “sorprendente”. Ma anche che a dominare tutti i nuovi progetti di ospitalità siano oggi fluidità e contaminazione. Gli hotel, dice, “combinano sempre di più le loro funzioni e le loro capacità, trasformandosi in spazi ibridi e interattivi, abili nel rispondere in maniera personale e perfettamente soddisfacente alle mutate esigenze dell’uomo contemporaneo”.

LEGGI a questo LINK il servizio integrale pubblicato su Turismo d’Italia di Dicembre sfogliabile online