Enogastronomia e turismo: un binomio vincente per gli hotel

Assemblea Federalberghi Parma

L’Assemblea generale Federalberghi a Parma ha posto al centro dell’interesse anche un aspetto sempre più rilevante per il settore alberghiero, attraverso la tavola rotonda “Enogastronomia e Turismo testimonial del brand Italia – Dai territori ai prodotti, una rete per raccontare l’eccellenza”. Quello della ristorazione in hotel rappresenta ormai un valore aggiunto, potente in termini di comunicazione riguardo i territori e l’eccellenza dei prodotti, da offrire ai viaggiatori che scelgono di soggiornare in hotel, una freccia in più al proprio arco per l’associazione di categoria che cura in primis l’ospitalità.

“Se c’è un settore di fronte a cui si richiede un aggiornamento continuo è proprio quello del food and beverage, soprattutto nel campo della ricettività – ha dichiarato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca -. Abbiamo chef in Italia che sono dei numeri uno, che, con la loro cucina e la loro creatività, sostengono indirettamente il turismo italiano e arrivano a fare destinazione. Strutturare al meglio tutto questo per il nostro turismo sarà come lavorare l’oro”. 

“La forza attrattiva del turismo enogastronomico è andata rafforzandosi, soprattutto grazie all’immagine consolidata di eccellenze nell’arte culinaria e alla pluralità di risorse e attrazioni diffuse, sia nelle città principali che in quelle minori – ha dichiarato Roberta Garibaldi, a.d. Enit -. Questa crescita di interesse dei viaggiatori italiani e stranieri genera nuove opportunità anche per il settore alberghiero, favorisce lo sviluppo di circuiti virtuosi, creando nuove connessioni con i produttori, ristoratori e comunità locali”.

Per lo chef stellato Carlo Cracco, tra i protagonisti della tavola rotonda, “il brand Italia si esporta nel mondo anche grazie all’eccellenza dei prodotti che il nostro Paese possiede in misura infinita. Ho sempre sostenuto che fare rete nel comparto dell’enogastronomia significa diventare più forti: facendo sistema e collegandosi ai vari organismi preposti si può strutturare un’attività come ambasciatori del gusto, rendendo la nostra qualità enogastronomica e il nostro sapere un elemento sempre più forte di attrattività anche per il turismo straniero”.

Negli ultimi tempi, soprattutto dopo la pandemia, si è notato una carenza di forza lavoro sia in sala che in cucina – come ha rilevato Cracco -, e a questa disaffezione “occorre rispondere mettendo al centro di tutto la formazione, investendo sulle scuole, sull’insegnamento e sulla preparazione professionale per dare ai ragazzi possibilità di crescita e nuovi sbocchi professionali”.