Gli scenari futuri dell’hospitality, tra investimenti e innovazione
Il 2022 è un anno sfidante e, malgrado si sia avuta una “buona estate, siamo ancora ben al di sotto dei livelli di presenze rispetto al pre-pandemia”. Massimo Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, torna a parlare delle principali sfide che l’industria alberghiera dovrà affrontare in futuro. L’occasione è la tavola rotonda organizzata per la presentazione di InOut | The Contract Community, il nuovo format di IEG dedicato al networking del contract e delle forniture per gli ambienti e le strutture ricettive che si terrà a Rimini in contemporanea con TTG Travel Experience, dall’11 al 13 ottobre 2023.
“La stima ormai consolidata indica nel 2022 una diminuzione delle presenze di circa il 7% rispetto all’anno di riferimento pre-pandemia, il 2019”. Si tratta di un risultato comunque positivo, visto che “sino ad aprile non si è lavorato” e che da quella data “Italiani e parte degli stranieri sono fortunatamente tornati in modo prepotente a frequentare gli alberghi”. Ma, avverte Nucara, “ci vorranno dieci anni per pagare i debiti e gli strascichi lasciati dalla pandemia”.
Indispensabile, in questa fase, investire. E in questo senso, il connubio Federalberghi-IEG risulta ancora particolarmente importante per proporre soluzioni a sostegno dell’innovazione, sottolinea ancora il manager, che non perde l’occasione per segnalare le priorità indicate al ministro del Turismo, Daniela Santanchè: “Abbiamo segnalato alcune priorità, tra cui la lotta all’abusivismo, il problema della pressione fiscale sulle imprese, la difficoltà connessa al reperimento di risorse umane da inserire nel settore”. Sul Pnrr, ha aggiunto Nucara, “siamo partiti per primi con tanti progetti, e il ministro Santanchè ci ha assicurato che sosterrà le nostre istanze”.
Il presidente di Faita-Federcamping, Alberto Granzotto, sottolinea, invece, l’importanza di un comparto che realizza circa il 20% delle presenze turistiche, corrispondenti a 10 milioni di ospiti, con un fatturato che supera i 5 miliardi di euro per anno. “La modalità turistica all’aria aperta è la seconda in Italia dopo gli alberghi – afferma -. Un turista su cinque la sceglie e le attività open air stanno prendendo sempre più piede. Si tratta di un settore dalle ampie potenzialità, collegate ai temi della vacanza verde, della sostenibilità e dell’accessibilità”. Temi cari anche agli altri relatori presenti: Maurizio Ori, architetto e paesaggista Aiapp, il cui focus è sull’importanza di “piani di sviluppo del territorio integrati, che diano spazio sia ai progetti sul paesaggio sia a nuove esperienze di ospitalità”. Per Armando Bruno, ceo dello Studio Marco Piva, il contributo dell’architettura alla creazione di un’offerta di qualità per il turista “è nodo fondamentale dell’ospitalità per rispondere alle esigenze dei viaggiatori, dunque il ruolo dell’architetto è catturare la dinamicità dei luoghi di passaggio per donare, a ogni futuro ospite, una customer experience di qualità, autentica e immersiva”.
(I.C.)
Nella foto Maurizio Ori, Alessandro Nucara, Alberto Granzotto, Armando Bruno